COME LEGGERE L'ETICHETTA
Il modo migliore per orientarsi nella scelta di quella più adatta per ciascuno di noi è saper leggere l’etichetta.
- Denominazione e nome dell’Acqua Minerale Naturale. Ogni etichetta deve sempre indicare la Denominazione di Acqua Minerale Naturale, per distinguerla da altre acque in commercio. Esistono infatti sul mercato anche altre due tipologie di acqua da bere, che nulla hanno a che vedere con l’Acqua Minerale Naturale. Sono le cosiddette “acque di sorgente” e le “acque idonee al consumo umano” (cioè le comuni acque potabili del rubinetto). Per potersi definire Acqua Minerale Naturale, la Legge prevede che l’acqua sia: di origine sotterranea, batteriologicamente pura, con composizione chimica e caratteristiche costanti, con effetti favorevoli alla salute, imbottigliata all’origine in contenitori sicuri e controllati della capienza massima di 2 litri. L’acqua minerale naturale è tra i prodotti alimentari più controllati, in quanto è soggetta sia ai controlli pubblici, sia agli autocontrolli aziendali. L’etichetta deve altresì riportare il nome dell’acqua, che normalmente è il nome della fonte da cui l’acqua stessa sgorga.
- Luogo di origine cioè la località dove l’acqua minerale naturale viene imbottigliata.
- Termine minimo di conservazione (T.M.C.). È la data fino alla quale il prodotto mantiene le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Attenzione! Il termine minimo di consumo è in realtà un’indicazione: sull’etichetta, infatti, compare la dizione “da consumarsi preferibilmente entro”. Preferibilmente significa che, se la bottiglia non viene aperta ed è stata ben conservata, il consumo oltre il termine minimo indicato non ha effetto nocivo, poiché l’acqua minerale in essa contenuta in realtà non scade. Viceversa, l’acqua minerale può alterarsi e perdere le sue caratteristiche organolettiche anche solo dopo poche ore dall’apertura della bottiglia che la contiene, a seconda delle condizioni di conservazione.
- Lotto. È l’indicazione che consente di individuare la partita del prodotto e la sua linea di imbottigliamento, ai fini della rintracciabilità.
- Analisi chimica. In etichetta vengono riportati solo gli “elementi caratteristici” di ciascuna acqua minerale naturale espressi generalmente in Ioni (ad es. Calcio, Magnesio, Sodio ecc.) e misurati in mg/litro. Naturalmente non viene riportata tutta l’analisi chimico-fisica che viene effettuata dai laboratori Arpa ed Asl, che ricercano nell’Acqua Minerale oltre 100 parametri, compresi tutti i cosiddetti metalli pesanti (es. Cadmio, Litio, Piombo ecc.) che nelle acque NON ci devono essere. Un’acqua contiene vari tipi di minerali come calcio, magnesio, bicarbonato, sodio, cloro, ma anche nitriti. Il contenere pochi nitrati è senza dubbio, per un’acqua minerale, indice di grande purezza chimico-fisica. Cosa significa pochi nitrati? La legge prevede il limite massimo consentito per i nitrati che è 45 mg/l e 10 mg/l per l’infanzia, mentre per i nitriti, che dovrebbero essere assenti, il limite massimo consentito è 0,02 mg/l. Attenzione all’unità di misura! L’esempio del sodio è sintomatico. Essendo di moda le acque a basso contenuto di sodio, capita spesso che i produttori che non hanno un’acqua minerale di questo tipo, esprimano il sodio in grammi, anziché in milligrammi. In questo modo la sfilza di zeri derivanti dal cambio di unità di misura, teoricamente rassicura il consumatore, ma in realtà lo inganna!
- PH. È il parametro che esprime il grado di acidità o di alcalinità di un acqua minerale. Un’acqua con Ph maggiore di 7,00 si definisce alcalina, mentre con Ph inferiore a 7,00 si definisce acida. Attenzione! Un’acqua minerale alcalina con aggiunta di anidride carbonica acquisisce un Ph acido. Quindi tutte le acque minerali naturali “gassate” hanno un Ph acido, anche se in natura sgorgano alcaline.
- Durezza. È il valore del calcare sciolto nell’acqua espresso in “gradi francesi”: quindi più il valore è alto e più l’acqua è calcarea.
QUALE ACQUA SCEGLIERE?
Le etichette delle acque minerali contengono un concentrato di informazioni frutto di accurate analisi chimiche e microbiologiche; per nessun altro alimento in commercio sono forniti dati così approfonditi. L’analisi di un’acqua minerale prevede la determinazione di oltre 40 parametri chimici.
L’acqua da consumare come bevanda non deve essere troppo pura (acqua distillata, acqua piovana, neve fusa), per essere adatta per l’alimentazione deve contenere disciolto un certo quantitativo di sali minerali (0.5 g/l) e non deve contenere sostanze tossiche o microrganismi patogeni.
Le acque più destinate al commercio sono quelle minerali naturali che vengono definite “acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute”. “Talis aquae qualis terra per quam fluunt” Plinio (le acque sono tali e quali al terreno che attraversano).
Possiamo classificare l'acqua in base a:
- contenuto totale di sali minerali, ovvero il RESIDUO FISSO
- sostanze disciolte nell'acqua, ovvero contenuto di MINERALI
CLASSIFICAZIONE IN BASE AL RESIDUO FISSO
Il residuo fisso (r.f.)è una delle prime voci da controllare in etichetta ed esprime la quantità di sali disciolti in un litro d’acqua. Esso viene convenzionalmente calcolato a 180° e il suo valore viene riportato generalmente in milligrammi per litro (mg/l). In base al residuo fisso l’acqua minerale naturale si distingue in:
- “minimamente mineralizzata” r.f. <50mg/l: è un’acqua “leggera”, stimola la diuresi, impedisce la formazione di calcolosi renale ed è particolarmente indicata per la ricostituzione di latte ed alimenti per l’infanzia
- “oligominerale” o “leggermente mineralizzata” 50mg/L<r.f.<500mg/l: favorisce la diuresi, impedisce la formazione di calco renali e, contendo poco sodio, è quindi indicata nei soggetti ipertesi
- “mediominerale” 500mg/L<r.f.<1500mg/L: è utile in estate o durante l'attività sportiva, perché consente di reintegrare i liquidi ed i minerali persi attraverso il sudore. Essendo ricche di ioni bicarbonato sono indicate nella gastrite, mentre l'elevato apporto di calcio le rende utili in condizioni in cui il fabbisogno di calcio è aumentato come in gravidanza, in allattamento e in caso di osteoporosi e in soggetti vegani
- “ricca di sali minerali” r.f. >1.500 mg/l: il contenuto di sali minerali è superiore a quello consentito dalla Legge per la comune acqua potabile (acqua del rubinetto) . Sono sconsigliate per il consumo quotidiano e si usano a scopo terapeutico, per l’elevata presenza di sali minerali, sotto il controllo medico per evitare la comparsa di effetti indesiderati (es. azione purgativa o rischi legati all’ipertensione arteriosa); è un tipo di acqua quindi sconsigliata per uso quotidiano.
Attenzione all’inganno. Il residuo fisso va espresso in mg/litro. Vi sono molti imbottigliatori furbetti che lo esprimono in grammi (g) ovvero con un unità di misura mille volte più grande.
Questo per far sembrare che quell’acqua ha un residuo fisso più basso. Voglio ribadire e precisare che non è importante la quantità di sali minerali disciolti in un litro d’acqua, ma la qualità degli stessi.
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLE SOSTANZE DISCIOLTE
- “Bicarbonate” bicarbonato>600 mg/l. Sono prevalentemente bicarbonato-calciche. Se assunte a digiuno tamponano l’acidità gastrica; se assunte durante il pasto favoriscono la digestione ed accelerano lo svuotamento gastrico. Sono indicate per neonati e bambini, donne in gravidanza o in menopausa, sportivi, soggetti con malattie epato-biliari o cistite cronica.
- “Solfate” solfati>200 mg/l. Sono prevalentemente solfato-calciche, solfato-sodiche, solfato-magnesiche. È lievemente lassativa e quindi indicata in caso di insufficienza digestiva.
- “Clorulata” cloruro>200 mg/l. Hanno una composizione simile a quella dei liquidi organici. Ha azione equilibratrice dell’intestino, delle vie biliari e del fegato. Sono sconsigliate per soggetti ipertesi o con disturbi renali.
- “Calcica” calcio>150 mg/l. Agisce a livello dello stomaco e del fegato. E’ indicata in gravidanza, allattamento, nella crescita e nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione.
- “Magnesiaca” magnesio>50 mg/l. Sono prevalentemente bicarbonate, solfate e clorurate magnesiache. Svolge prevalentemente un’azione purgativa ma trova anche indicazioni nella prevenzione dell’arteriosclerosi. Sono quindi indicate per soggetti con malattie dell’apparato digerente (es. stipsi croniche), per prevenire l’arterioscelerosi , per diminuire la suscettibilità allo stress, per prevenire patologie ostetrico-ginecologiche (sindrome premestruale, gravidanza, osteoporosi menopausale).
- “Fluorata” fluoro>1 mg/l. Utile per rinforzare la struttura dei denti e per la prevenzione della carie dentale. Vanno consumate per periodi limitati o a cicli per evitare il rischio di fluorosi (macchie sui denti ed interferenze sulla mineralizzazione ossea). Sono indicate per bambini e donne in gravidanza.
- “Ferruginosa” Contengono Fe sia in forma ferrica (poco assorbibile), sia in forma ferrosa (più biodisponibile)>1 mg/l. Sono indicate per soggetti con anemie da carenze da Fe; sconsigliate in coloro che soffrono di gastro-duodeniti.
- “Acidula” anidride carbonica libera>250 mg/l. Facilita la digestione.
- “Sodica” sodio>200 mg/l. Influenza positivamente l'eccitabilità neuro-muscolare. Indicata in stati di carenze specifiche e nell’attività sportiva. Sono sconsigliate per soggetti ipertesi e per chi richieda una dieta a ridotto contenuto di sodio ad esempio in caso di insufficienza renale; in questo caso il sodio deve essere <20 mg/l e l'acqua viene classificata “A basso contenuto di sodio”.