Troppo spesso vedo pazienti alla prima visita che mi riferiscono di avere il “FEGATO GRASSO”, ignari di cosa sia. E’ mio dovere spiegare di cosa si tratta e illustrare i rischi di questa condizione e l’intervento dietetico (che è a tutti gli effetti una terapia) migliore da adottare.
La STEATOSI NON ALCOLICA o meglio conosciuta come il “fegato grasso” è una condizione clinica caratterizzata da epatomegalia (fegato grande), valori elevati delle transaminasi e da un quadro istologico simile a quello dell’epatite alcolica ma in assenza di abuso di alcool. Probabilmente rappresenta la forma più comune e frequente di epatopatia (patologia del fegato) e si calcola che circa il 20% della popolazione adulta sia affetta da steatosi epatica non alcolica. La steatosi, dunque, è una patologia.
Questa condizione è descritta sia in persone adulte sia in adolescenti con obesità (dimostrata nel 40-100% dei pazienti con steatosi non alcolica ad indicare la stretta correlazione tra queste due con dizioni), ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e diabete.
La steatosi non alcolica è pressoché asintomatica; talvolta può manifestarsi con malessere generale, stanchezza e dolore all’ipocondrio destro. È spesso scoperta, infatti, casualmente in corso di esami per altre patologie, soprattutto durante un’ecografia addominale che mostra un fegato aumentato di volume e a superficie liscia e lucida.
Dal punto di vista clinico, il fegato steatosico è un indicatore di aumentato rischio per diabete mellito ed eventi cardiovascolari.
Qual è la patogenesi? La cattiva alimentazione, il diabete, l’obesità, l’iperinsulinemia, l’ipertrigliceridemia, i farmaci, le tossine ed altre condizioni mediche, aumentano i livelli plasmatici di grassi nel sangue che si presentano al fegato, il quale li accumula.
La steatosi compare quando il rifornimento di grassi del fegato supera la quantità necessaria per il loro metabolismo. Successivamente all'accumulo eccessivo di grassi nel fegato, si innesca lo stress ossidativo, cioè la produzione di sostanze dell’infiammazione che stimolano la cascata fibrogenetica; questa determina infiammazione e fibrosi. In questo caso si passa da “semplice” steatosi a steatoepatite, condizione più grave. Nei casi più gravi si può avere sovvertimento dell’architettura epatica, fino alla cirrosi, all’insufficienza epatica e al carcinoma epatocellulare.
La steatosi non è quindi una condizione da sottovalutare!
STEATOSI ALCOLICA
La steatosi alcolica si manifesta nella maggior parte dei forti bevitori, ma è reversibile con la sospensione del consumo di alcol.
TERAPIA
L’intervento di ristrutturazione alimentare è fondamentale!!! La dietoterapia, nello specifico, è rivolta a rimuovere i fattori di rischio.
Essendo la steatosi e la steatoepatite associate ad alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico, all’obesità e all’insulino-resistenza, un’alimentazione che tenga presente le raccomandazioni delle linee guida per una sana alimentazione e un cambiamento dello stile di vita mirato alla riduzione della sedentarietà, rappresenta la prima e più importante terapia.
A questa, nel caso di alterazioni metaboliche e di obesità, possono essere associati programmi più particolareggiati che permettano poi di raggiungere gradualmente una perdita di peso adeguata e da mantenere nel tempo. Un calo di peso troppo veloce può determinare la comparsa di complicanze come accelerare la progressione della malattia e portare alla formazione di calcoli biliari; inoltre un regime dietetico troppo ristretto impedisce una buona compliance ed aumenta il rischio di recuperare il peso perso con gli interessi.
Per ogni specifico consiglio rivolgersi al proprio medico e al proprio dietista.