Il nostro organismo è costituito da 10000 miliardi di cellule umane e ne ospitiamo 100000 di altri microrganismi! 1 kg del nostro peso è costituito da microrganismi provenienti da 1000 specie diverse tra funghi, batteri, virus, protozoi e parassiti. L'insieme di questi microrganismi è detto MICROBIOTA. Per di più l’evoluzione del genoma umano è lenta; abbiamo ancora i geni dell'uomo di Cro Magnon (30.000 a.C.); ci vogliono 10000 anni per una mutazione non essenziale. Ad un batterio bastano 6 mesi per modificare il suo genoma ed adattarsi ad una nuova situazione.
Questo deve far riflettere.
Dai primi del 900’ ad oggi, molti studi dimostrano che lo stato di salute generale di una persona dipende anche dalla salute del microbiota umano (dalla bocca all’ano). L’obesità, le allergie e molte atre patologie dipendono in parte dal microbiota intestinale. La maggior parte dei microrganismi umani risiede nel tratto gastrointestinale (dalla bocca all’ano) dove, oltre a contribuire alla digestione, svolge varie altre funzioni che sono essenziali per l'ospite umano.
È certo che ci conviene convivere con questi microrganismi in pacifica simbiosi. I vantaggi per l’uomo (ospite) e per il microbiota, se la convivenza è pacifica, sono innumerevoli.
Vantaggi per il microbiota:
- capacità di aderire alla proteine dell’ospite (collagene, fibrinogeno, fibronectina)
- capacità di fermentare i carboidrati e materiale indigerito dall’uomo come nutrimento (fibre)
Vantaggi per l’ospite:
- partecipazione alla formazione della barriera intestinale
- resistenza alla colonizzazione (Nissle nel 1916 dimostrò per la prima volta il ruolo del microbiota umano nel conferire resistenza alle infezioni tifoidi mediate da Salmonella, identificando il microbiota stesso come la prima barriera di difesa contro l’invasione da parte di batteri patogeni)
- produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) prodotti della fermentazione che svolgono rilevanti funzioni fisiologiche (l’acido acetico per i muscoli, il cuore ed il cervello; l’acido propionico per la gluconeogenesi; l’acido butirrico per la nutrizione degli enterociti)
- produzione di vitamine (del gruppo B e K con attività antiemorragica)
- interazioni con il sistema immunitario della mucosa e suo sviluppo
- modulazione del comportamento dell'ospite e la cooperazione genomica evolutiva per la nostra specie
- degradazione di xenobiotici
Il problema sorge quando questo equilibrio simbiotico termina. In condizioni fisiologiche il microbiota intestinale è in equilibrio e garantisce un buono stato di salute generale: cioè i microrganismi con azione protettiva o neutra sono in numero maggiore rispetto a quelli con azione negativa, patogeni.
Ci sono però diverse condizioni che possono alterarlo o addirittura distruggerlo causando uno squilibrio con spiacevoli conseguenze caratterizzate da un insieme di disturbi funzionali gastroenterici ed extraintestinali. In questo caso si parla di DISBIOSI INTESTINALE. Le cause possono essere dieta sbilanciata, patologie, stress, inquinamento, età, farmaci, antibiotici.
L’alterato equilibrio qualitativo e quantitativo del microbiota intestinale si manifesta con i seguenti sintomi gastrointestinali:
- cattiva digestione, alito cattivo, sindrome del colon irritabile, stitichezza o diarree frequenti, meteorismo, flatulenza, malassorbimento dei nutrienti;
- stanchezza soprattutto mattutina per la ridotta produzione di vitamine B da parte della flora batterica “buona”;
- formazione di batteri nemici patogeni.
Le conseguenze non sono solo a livello intestinale ma sistemico:
- PATOLOGIE GASTROINTESTINALI
- Sindrome dell'intestino irritabile
- Stipsi-Diarrea…
- PATOLOGIE EXTRAINTESTINALI
- disordini dell’umore
- disturbi mentali e dello sviluppo neurologico come depressione, ansia, nervosismo, cambiamenti dell'umore e persino autismo
- patologie croniche (diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa...)
- obesità
- patologie dermatologiche
- ginecologiche e urologiche
- epatiche
- allergologiche
- problemi odontoiatrici, otorinolaringoiatrici, aumento delle affezioni del cavo orale (tonsilliti, faringiti, tracheiti, bronchiti)
- malattie oncologiche gastrointestinali
- diminuzione delle difese immunitarie, suscettibilità alle infezioni, aumentata probabilità di micosi nell’intestino (candidosi), di vaginiti e cistiti nella donna, infezioni batteriche delle vie urinarie
- intolleranze alimentari
- dismetabolismi (aumento di colesterolo e trigliceridi, della glicemia e dell’uricemia)
- disturbi di carattere generale: disturbi del sonno, difficoltà a perdere peso e perdita di capelli
La disbiosi viene classificata in 5 forme a seconda della causa
1. DISBIOSI CARENZIALE conseguente ad un deficit di flora batterica intestinale,
- alimentazione povera di fibre solubili
- ricca in alimenti sottoposti a processi di sterilizzazione o a trattamenti con antibiotici;
2. DISBIOSI PUTREFATTIVA
- dieta eccessivamente ricca in grassi e carni
- dieta povera in fibre
- studi la collegano a meccanismi patogenetici di alcune forme tumorali, quali il cancro del colon e della mammella;
3. DISBIOSI FERMENTATIVA
- caratterizzata da una condizione di relativa intolleranza ai carboidrati
- favorita da un’accentuata fermentazione batterica che è indotta da una sovracrescita batterica a livello del piccolo intestino, più ricco i substrati fermentabili. Sintomi più tipici: gonfiore di pancia, flatulenza, diarrea alternata a stitichezza, sensazione di malessere;
4. DISBIOSI DA SENSIBILIZZAZIONE causata da una risposta immune anomala a componenti della microflora batterica intestinale fisiologica,
- deficit di immunoglobuline (IgA)
- condizione di barriera immunitaria insufficiente
5. DISBIOSI DA FUNGHI
- sovracrescita di saccaromiceti (funghi) o della Candida
- favorita da una dieta ricca in zuccheri e povera in fibre.
Sintomi prevalenti: diarrea o di rado stipsi, prurito anale, astenia, talvolta sfoghi orticarioidi, cistiti ricorrenti abatteriche, funghi in altre sedi corporee (soprattutto a livello genitale).
Come si tratta?
Il ruolo dell’alimentazione è fondamentale. Come una cattiva alimentazione caratterizzata da un consumo eccessivo di grassi, un consumo eccessivo di zuccheri, un consumo eccessivo di carni rosse, un consumo eccessivo di alimenti trasformati, raffinati e a lunga conservazione, un carente consumo di frutta e verdura, un carente consumo di alimenti naturali, abuso di alcolici, ne è la causa, una buona alimentazione può favorire il miglioramento.
L’alimentazione per il benessere intestinale deve essere caratterizzata da alimenti freschi e vivi (non a lunga conservazione). La frutta, la verdura e gli alimenti integrali apportano una particolare fibra alimentare in grado di nutrire i batteri buoni, funge da prebiotico, un vero e proprio nutrimento. I prebiotici sono una frazione degli alimenti di origine vegetale priva di interesse nutrizionale per l’uomo perché non digeribile dall’uomo ma importante dal punto di vista funzionale e per la salute del microbiota. Ecco l’importanza di questa categoria alimentare. I probiotici, una volta impiantati, devono essere alimentati! La crescita, il metabolismo e le attività svolte dal microbiota intestinale dipendono dalla disponibilità dei questi vari substrati. I prebiotici stimolare selettivamente la crescita e/o l’attività metabolica di un numero limitato di gruppi microbici, importanti per il buon funzionamento dell’organismo. L’alimentazione di tipo mediterraneo , con il suo significativo quantitativo di vegetali al giorno, ha un ruolo fondamentale nella modulazione del microbiota e per questo motivo può essere considerata a tutti gli effetti una "CIBOTERAPIA".
In caso di disbiosi intestinale è fondamentale reimpiantare nell'intestino i batteri amici dell’uomo grazie alla somministrazione di opportuni integratori di probiotici. Per raggiungere l’EUBIOSI è essenziale ridurre le colonie patogene e di batteroidi che si trovano e si moltiplicano nel colon e favorire la crescita di quelle simbiontiche.